Il Presidente della FIF Marco Pacini, nel rispondere ad un comunicato diffuso da Giancarlo Ponti di Promo Sport, affiliata ad MPS Italia,
coglie l’occasione per ribadire quali sono i presupposti normativi necessari agli Enti di Promozione Sportiva per poter promuovere una qualsiasi disciplina sportiva a livello agonistico
Nota: il comunicato di Ponti è riportato dopo la risposta di Pacini
Modena, 12 marzo 2024
Gentile Dottor Ponti,
La ringrazio per il suo comunicato, perché offre l’opportunità di chiarire definitivamente la questione in oggetto e al contempo fornisce una chiara idea di come talvolta la fantasia e la disinformazione superino qualsiasi realtà. Negli ultimi anni abbiamo assistito a tutto ed al contrario di tutto e il sottoscritto non ha mai fatto altro che chiarire ciò che veniva propinato in modo talvolta edulcorato o fornire quelle informazioni che mancano ai più e che i latori della propria verità spesso si guardano bene dal fornire compiutamente.
Inutile quindi che le faccia presente che “le persone” a cui lei allude sono in realtà il sottoscritto e che la presunta Federazione è in realtà Federazione Italiana Fuoristrada, che certamente ai suoi occhi poco avrà fatto negli ultimi cinquantadue anni, ma che suo malgrado ha creato, organizzato, promosso e gestito qualsiasi tipologia di attività che vi sia oggi in Italia, in ambito automobilistico fuoristrada, anche se talvolta maldestramente clonata.
Peraltro, FIF non è una Federazione Sportiva né mai si è spacciata come tale, se non fosse altro per il fatto che le nostre attività vanno ben oltre l’ambito prettamente sportivo. Ma è certamente una federazione; pertanto, anziché sforzarsi di consultare l’elenco del CONI le consiglio di consultare un buon vocabolario.
Si tratta di un’organizzazione senza fini di lucro, che federa duecentotrenta associazioni in tutta Italia, con oltre dodicimila iscritti, diciotto Delegazioni Regionali, una Scuola Federale con oltre duecento Istruttori di guida sicura, attiva sia in ambito ludico-ricreativo che sportivo, che promozionale, che turistico, che didattico-formativo, che di Protezione Civile, essendo regolarmente iscritta nell’Elenco Centrale presso il Dipartimento Nazionale di Roma dove, a differenza di quanto da lei indicato, non risulta sia invece iscritta MSP Italia (in Elenco Centrale infatti non figura).
Siamo sottoscrittori da oltre vent’anni di una specifica convenzione sportiva con ACI Sport (Federazione Sportiva Nazionale per l’automobilismo) e in ambito agonistico gestiamo direttamente due Campionati Italiani e otto Trofei Regionali, regolarmente titolati.
Veniamo al dunque, Dottor Ponti:
nell’articolo 2 del regolamento nazionale degli EPS redatto dal CONI si fa esplicitamente riferimento al fatto che ogni EPS (Ente di Promozione Sportiva) ha il diritto di poter promuovere qualsiasi disciplina sportiva a livello agonistico, (mai affermato il contrario, anzi) a patto che sottoscriva apposita convenzione di cui addirittura il Coni fornisce un fac-simile, con la FSN (Federazione Sportiva Nazionale) di riferimento per quella specifica disciplina. Ad oggi MSP, come peraltro nessun altro EPS, non risulta aver sottoscritto alcuna convenzione con la FSN di riferimento. Stabilisce inoltre che vengano adottati i regolamenti tecnici della disciplina così come stabiliti dalla FSN. Credo sia quindi superfluo aggiungere che ad oggi qualsiasi attività agonistica in ambito automobilistico non sia effettuabile dall’EPS di riferimento, nel pieno rispetto della normativa sportiva italiana.
Meno che debba intendersi, come da lei citato, che le vostre attività non siano agonistiche, ma di carattere promozionale, amatoriale e dilettantistico, con scopi di ricreazione, crescita, salute, maturazione personale e sociale, seppur con modalità competitive.
Ma vede Dottor Ponti, “modalità” competitive non significa affatto con “finalità” competitive, come da lei indicato, che è tutt’altra questione.
In questo secondo caso, come stabilito dal predetto articolo 2 alla lettera a), punto 1), che lei stesso cita, l’EPS non ha obblighi di contrarre alcuna convenzione con la FSN, ma certamente si avrebbe l’auspicabile obbligo di informare i partecipanti che non si tratta di attività agonistiche. Così come, prudenzialmente, suggerirei ai vostri organizzatori di non utilizzare la parola “gara” per definirle né di adottare titolazioni mai autorizzate dalla FSN di riferimento. Peraltro in merito vi è sufficiente letteratura giuridica e un interessante parere espresso dal Collegio di Garanzia per lo Sport.
Ma anche qualora l’attività promossa dall’Ente fosse da intendersi non agonistica, ma certamente sportiva, non si comprende il motivo per cui dette manifestazioni non siano indicate nel contatore di ogni singolo organizzatore all’interno del RASD. Lei, ad esempio, ha citato Promo Sport Racing, anche se non abbiamo compreso il suo ruolo, né nell’Associazione né nell’EPS. Indipendentemente da ciò, perché il contatore stabilito dal Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche (RASD) riporta 0 (zero) attività sportive organizzate e, a differenza di quanto da lei indicato, non risulta iscritta al RASD attraverso MSP Italia, ma UISP?
Ma qualora desiderassimo andare a verificare presso altri organizzatori che mi sono stati comunicati, il risultato non cambia in termini di attività sportive organizzate.
Che fine hanno fatto, Dottor Ponti, queste “gare”, come vengono definite dagli organizzatori?
Perché non risultano?
Nelle scorse settimane è stata richiesta, infine, una mia consulenza quale professionista da oltre trent’anni e regolarmente iscritto al RUI sezione B (Broker), in merito alla polizza da lei citata.
Ho evidenziato due aspetti che devono essere attenzionati e (dovreste) attenzionare ai partecipanti le vostre manifestazioni.
Il primo riguarda il fatto che GENERALI correttamente indica che la validità della copertura è subordinata al rispetto delle norme tecnico-sportive italiane (indicate come norme di legge) e al fatto che i regolamenti di “gara” devono essere stati approvati dai competenti organi sportivi.
Rimando quindi ai paragrafi precedenti per una corretta interpretazione e un’opportuna riflessione.
Perché qualora queste indicazioni non venissero rispettate, il contratto sarebbe inefficace e l’assicurazione non operante.
Il secondo riguarda il fatto che tra i rischi esclusi vi è quello riferito ai veicoli monoposto.
Può essere per i più insignificante e magari lo è anche per lei, ma non per coloro che “gareggiano” con tali tipologie di veicoli e che, fino a pochi giorni fa, erano all’oscuro di questa esclusione.
Forse la chiarezza che tanto lei cita imporrebbe di far presente queste differenze a chi, magari per inesperienza o per distrazione, non ne era a conoscenza o non ne aveva contezza.
In conclusione, Dottor Ponti, ciò che è stato fatto è stato semplicemente analizzare la situazione, sia in ambito tecnico sportivo che in ambito assicurativo.
Mi dispiace che ciò l’abbia stizzita a tal punto da dover redigere un comunicato, peraltro abbastanza offensivo e denigratorio e che non fa affatto chiarezza, come da lei promesso.
Il sottoscritto forse non sarà un falco, ma le confesso che non vedo molte poiane librarsi in cielo.