Anni di fuoristrada, 25, sogno nel cassetto, partecipare alla Dakar, vado per la prima volta in Argentina come navigatore, poi torno con la voglia irrefrenabile di mettermi in gioco e lavoro per partecipare come pilota, ma un pensiero mi distrae, l’Africa, dove vado da sette anni ogni volta che è possibile, li si corre ancora quella che tutti conoscono come Parigi – Dakar, oggi Africa Eco Race, voglio provarci, voglio correre sulle piste marocchine e sulle dune della Mauritania, e voglio provare ad arrivare nel luogo dove personaggi mitici hanno fatto la storia dei rallyraid, il lago Rosa a Dakar.
Vado a parlare con uno degli organizzatori e la buona impressione iniziale verrà poi confermata in gara, grande professionalità, sicurezza al primo posto, roadbook perfetti; Bf Goodrich mi da la possibilità di realizzare quello che sembrava destinato a rimanere in sogno, altre aziende importanti credono in me, trovo la macchina giusta, un Nissan Patrol 4.8 benzina, affidabile sulla carta proprio come serve a me, la squadra assistenza composta da amici, professionisti ma appassionati, il navigatore accanto a me era il mio pilota nel campionato italiano CCR da sei anni, sono circondato da persone di cui mi fido ciecamente e si parte con una emozione ancora oggi indescrivibile, nella mia prima gara il problema più grande è stato un guasto al camion assistenza, la macchina é stata un panzer,
sempre avanti senza problemi, se non affrontare una gara dura, lunga, con tanti fondi diversi dalla roccia alla sabbia alle dune, una navigazione che ti mette a dura prova, il deserto a volte ti fa sentire una nullità nella vastità delle dune che si susseguono , la fatica dopo le prime tappe prende il sopravvento su tutto, e la testa deve prevalere sul fisico per mantenere concentrazione e freddezza di fronte alle incognite, un po’ di intuito a volte salva da imprevisti sotto forma di buche e insabbiature, ma si spala tanto e spesso, si guida di notte senza riferimenti, bivacchi che appaiono e scompaiono ogni giorno in modo incredibile, ed arrivarci è sempre una conquista.
Siamo riusciti a finire l’Africa Eco Race alla prima partecipazione, un risultato incredibile che ci rende euforici; poi un anno passa in fretta e siamo di nuovo pronti a partire, un nuovo navigatore, Alberto Marcon, che anno scorso faceva parte dell’assistenza, un nuovo meccanico a sostituirlo, e via, ti dici che la seconda volta sei più preparato invece già al podio di partenza senti che l’emozione é sempre la stessa, enorme, la gara parte con le incognite che ogni rallyraid di questa importanza porta con se, la preparazione atletica aiuta a contrastare la fatica anche se dopo i primi giorni vai con l’adrenalina e la tenacia, come dico sempre la passione è il motore più potente, e non potrebbe essere diversamente quando per 12 giorni guidi ore ed ore con sole vento nebbia buio, ogni gara è una storia a se, quest’anno già dal primo giorno rompiamo il castello ammortizzatori, poi silent block, che ritroviamo dopo alcuni km percorsi a piedi nel deserto, si rompe la barra panhard, che leghiamo con una strop per riuscire a proseguire, dopo due giorni ci mollano la frizione e il servosterzo, occorre il Balai esperienza traumatica essere trainati da due camion! Niente ci ferma, ne la fatica ne la mancanza di doccia e a volte cena, i ragazzi dell’assistenza guidano di giorno e lavorano di notte, ma ci si gioca il tutto per tutto, vogliamo a tutti i costi arrivare in fondo, ogni giorno è una gara e ogni bivacco una conquista, Denis Ceotto dice che noi siamo più tenaci della sfiga e infatti è così! Tappa dopo tappa riusciamo a conquistare il secondo podio a Dakar !!!!!
Siamo stanchi, barba lunga, sabbia dappertutto, ma dentro di noi ci sentiamo eroi perché abbiamo sfidato e vinto ancora, vinto si perché per privati come noi arrivare al Lago Rosa è una grande vittoria, per la seconda volta consecutiva siamo qui, equipaggio e meccanici, ci guardiamo e realizziamo che ce l’abbiamo fatta davvero, abbracci risate e mani per aria sul podio, è tutto vero siamo ancora qui, domani rivivremo tutte le sensazioni con più lucidità, e poi saremo di nuovo pronti a sognare.
Africa Eco Race 2019